Il racconto materico di Mimmo Castellano nelle fotografie di Paese Lucano, 1965
«Le immagini qui raccolte sono state rilevate da una recente esplorazione condotta da Mimmo Castellano per tre mesi nei paesi della Lucania. Molti usi sono caduti. Molte tradizioni sono spente. A Castellano non è riuscito di reperire neppure una troccola…»
Così Leonardo Sinisgalli nella presentazione di Paese Lucano il libro/reportage ideato con il fotografo Mimmo Castellano pubblicato nel 1965 da Amilcare Pizzi. Un volume commissionato dall’ENI che aveva all’epoca avviato le sue attività estrattive in Basilicata. Dovendo affrontare il rapporto fra tradizione e modernità, come avrebbe dichiarato Castellano in un’intervista rilasciata a Franco Vitelli nel luglio del 2011, «Sinisgalli volle fare un’operazione culturale e di consapevolezza civica, mettendo in evidenza in quale tessuto sociale si inseriva un’attività così rivoluzionaria. Quanto più arcaico era il paese tanto più dirompente si rivelava l’innesto della modernità».
Sebbene molte delle suggestioni di Sinisgalli non trovarono risposta, Castellano riuscì a penetrare nel tessuto vivo dei luoghi e delle comunità che incontrava, traendone immagini di grande forza espressiva. Uno sguardo che è riuscito a travalicare tanto l’approccio etnografico quanto quello di matrice neorealista. Guidato da una palese urgenza documentaristica e sociologica Castellano costruisce un racconto per immagini che scardina canoni estetici e stereotipi affermando, di fatto, un nuovo modo di vedere il Sud e un nuovo linguaggio visivo. Tratte da questo straordinario reportage sono le immagini che ritraggono il mondo artigiano della mostra Memorabilis, un racconto “materico”, una sequenza di volti, gesti, abilità, segni e oggetti recuperati d’un tratto alla memoria del presente.
Palmarosa Fuccella